Siamo in un’epoca straordinaria, dall’evoluzione rapidissima di usi e costumi , tanto che ogni parametro che investe la vita si fa fluido ed espone la società a realtà nuove, non sempre facili da gestire .
La medicina estetica non si sottrae da questo paradigma, anzi è più che mai protagonista in questo cambiamento radicale dei costumi.
Un dato interessante è che la crescita della richiesta di interventi di medicina estetica dal 2017 al 2021 ( non dimentichiamo che nel 2020 e 2021 si era in piena pandemia con le sue limitazioni) si attesta sul 15%e che nel 2020 la domanda di trattamenti iniettabili è aumentata del 62%. In Italia, nel 2020, circa 600 mila persone hanno richiesto terapie di medicina estetica a fronte di 250 mila che si sono sottoposti ad interventi di chirurgia estetica, grandi numeri rappresentati da un pubblico prevalentemente femminile ( 87% ).
Ma cosa cercano le donne in questo mondo della bellezza? Studi antropologici hanno evidenziato che all’alba della civiltà la bellezza della femmina rappresentava requisito di scelta da parte del maschio che voleva assicurarsi prole sana e bella mentre la preferenza di esibite caratteristiche di forza rendevano il maschio attraente come protettore della prole e procacciatore di cibo.
Diversa è stata l’evoluzione di questo valore nei tempi successivi, acquisendo la bellezza il valore di sacralità e nobiltà . Ricerca di bellezza e armonia pervadono l’arte in un susseguirsi di modelli e sperimentazioni con prodotti artistici di straordinaria raffinatezza, pur diversi nelle epoche. L’armonia del resto trova la base nella matematica applicata alle forme, esprimendo in numeri e proporzioni ciò che l’occhio umano apprezza.
Ma lo sguardo è un fatto individuale fino alla rivoluzione industriale. E’ su questo che mi fanno riflettere le considerazioni del filososofo Michel Foucault ( 1926-1984), che tra le tante sue opere su temi sociologici, affronta “ la cura del se”. Da un valore personale dell’immagine del corpo si passa ad un valore sociale di esso, mentre la società si organizza in gruppi. Si profila la prima ricerca di consenso e l’individuo a questo punto diventa giudice e giudicato.
Il potere dello sguardo irrompe nella vita delle persone in quanto l’immagine assume il valore di appartenenza ( gli operai piuttosto che i professionisti, gli studenti, i carcerati, i folli…). La fotografia prende il posto del dipinto, da’ immagini immediate e fruibili a tutti.
Dopo gli anni bui della guerra, c’è voglia di leggerezza e nascono i miti degli attori portatori di immagine e moda. Essere attraenti diventa un valore che può essere raggiunto usando il dirompente mercato della bellezza.
Parrucchiera, estetista ci accompagnano all’uso di cosmetici e abiti atti a rendere l’immagine aderente a modelli di bellezza contemporanei, ispirati dai giornali ed in seguito dalla televisione. La medicina estetica si affaccia a questo punto come opportunità e negli anni raggiunge un sempre crescente numero di persone.
Ho esaminato dalle mie cartelle cliniche decennali quali sono gli elementi che nel mio lavoro caratterizzano la popolazione che afferisce per la prima volta alla mia attenzione, dividendoli in eventi sanitari e sociali.
Le due patologie più frequenti all’anamnesi sono la depressione curata o persistentemente in cura e l’esperienza passata o recente di cancro, in assoluto il più rappresentato quello mammario. Gli eventi sociali che precedono l’accesso facendo spesso da catalizzatore di questa scelta sono la recente separazione ed il cambio di lavoro.
Nel post menopausa, il numero di donne che non ha figli supera largamente quello delle madri e nonne, a segnare forse un maggior interesse della propria persona in chi ha vissuto esperienze fortemente debilitanti o sta vivendo cambiamenti destabilizzanti ed in chi ha più tempo di attenzione per il proprio corpo.
Di fatto sono convinta che l’allungamento della vita e la miglior salute ha sollecitato i bisogni di cure preventive in ogni ambito, mentre le nuove opportunità affettive e la vita sociale ricca che si protrae a lungo sono elementi che stimolano le persone a prendersi cura della propria immagine per piacersi e piacere.
L’avvento dei social media e la velocità della comunicazione con le applicazioni degli smartphone ci riportano alla filosofia di Foucault: lo sguardo ci fa giudici e giudicati e basta un click. Le mode cambiano rapidamente e volano nella rete, dove X generation ( nati dal 1965 al 1980), Millenials ( 1981-1996) e Z GeneratioN ( 1997-2012) cercano inclusione, connessi influenzati e influencer. I Boomers ( nati prima del 1964) di cui io faccio parte non sono out, soprattutto se lavorano col pubblico. L’immagine si impossessa pericolosamente del tecnicismo fino ad imbrogliare lo sguardo e a creare altra appartenenza che si insinua al punto di confondere virtuale e realtà.
Si stima che il 95 % dei pazienti consulti la rete prima di un appuntamento dal medico estetico e, se la popolazione più agee richiede prevenzione e cura dei danni dell’invecchiamento, le generazioni più giovani la risoluzione di problemi correlati ad un difetto disturbante, talvolta più relativo ad uno schema mentale alterato dai modelli dei social che reale.
Sta qui il compito del medico, che deve essere un professionista formato e in continuo aggiornamento. Oggi la medicina estetica è una scienza, forte di studi e pubblicazioni scientifiche e si prende cura anche di particolari tipologie di pazienti, come nelle turbe ginecologiche e negli esiti oncologici.
L’OMS ( Organizzazione Mondiale della Sanità) definisce la salute non come assenza di malattia ma come benessere fisico, psicologico e sociale.
La medicina estetica ha un ruolo fondamentale proprio in tutte queste dimensioni dell’individuo, che necessita di stare bene con se stesso ma anche con gli altri.
Svariate sono le condizioni che fanno avvicinare la persona qualunque alla medicina estetica, benchè una forma di iniziazione può trovare di fatto delle linee comuni.
Diverso è il mondo delle celebrità dove l’esigenza è sostanzialmente quella dell’immagine correlata all’esposizione mediatica.
La cura dell’apparire inizia con l’alba della civiltà ed è un elemento che accompagna il sesso femminile nella sua dimensione simbolica di desiderabilità.
Esiste una spiegazione antropologica nella ricerca della bellezza nel femminino dettata dalla necessità di essere la prescelta e garanzia di prole bella in quanto sana.
Nella mia prima visita c’è una domanda di riguardo rispetto al sentimento che sottende alla scelta di rivolgersi alla mia attenzione. Indagando in modo restrospettivo il primo approccio verso la medicina estetica può avere diverse motivazioni e nella mia ricerca ho potuto trovare degli elementi ricorrenti.
Medicina estetica come cura? Ebbene si, proprio come l’OMS declina il concetto di salute, non assenza di malattia, ma benessere psichico, fisico e sociale.